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La carriera di Mimmo sta cominciano a prendere forma, anche grazie al suo amico e paroliere Riccardo Pazzaglia.
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Domenico incontra il principe di Trabia che, con aria malinconica, gli comunica dei avergli trovato un lavoro. Franca è felicissima di fare una sorpresa a Domenico, purtroppo però è lei a rimanere sorpresa.
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Mimmo è incorreggibile ma riesce comunque a convincere Franca, la quale però comincia ad avere dei dubbi sulla loro relazione.
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La piazza dove Domenico e Franca si devono esibire è un mortorio, ma quando Domenico comincia a cantare tutto cambia.
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Mimmo racconta a Franca la sua infanzia e la sua gioventù proprio nei luoghi in cui ha vissuto.
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Giunti al paese, Domenico vuole vedere solo una persona in particolare. Parlando con Franca, Mimmo mostra la sua insoddisfazione per la sua carriera, ma le racconta di una proposta ricevuta dall'industria della musica.
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Il pubblico francese non ha apprezzato la musica di Domenico Modugno, che decide quindi di partire per il Canada con la speranza di conquistare gli emigranti italiani con le sue canzoni.
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In questa ultima parte del primo episodio sulla vita di Domenico Modugno, ascolterete un capolavoro della musica, uno dei brani italiani più famosi nel mondo. Tu si' 'na cosa grande è una canzone d'amore che riesce ad esprimere questo sentimento complesso in maniera semplice e vera.
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Il documentario sulla vita di Vittorio De Sica, attore e regista italiano, è narrato da Marco Paolini. Durante l'occupazione nazista dell'Italia, Vittorio De Sica si trovava a Roma per girare un film quando viene portato da una pattuglia al comando tedesco.
Difficoltà: Intermedio
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Vittorio De Sica ha fatto molti tipi di cinema, sia come attore che come regista, e ogni volta ha fatto centro. Tuttavia, la critica eleogiava solo le sue commedie e non apprezzava film più impegnati. Durante le riprese, Vittorio De Sica era il migliore a dirigere gli attori, con i quali rideva, ballava, piangeva e cantava.
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L'industria cinematografica viene messa a dura prova a causa dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale. A San Lorenzo, Maria sta girando un film, quando iniziano a cadere delle bombe e tutti corrono via in cerca di riparo. Vittorio De Sica vede le bombe cadere su San Lorenze e istintivamente corre in quella direzione.
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La porta del cielo fu il film che permise a De Sica di rimanere a Roma anziché recarsi a Venezia per girare film di propaganda che avrebbero dovuto rinvigorire il regime fascista di Salò. Questo film, che aveva tra gli interpreti María Mercader e Zavattini alla sceneggiatura, è il racconto dei fedeli che prendono il treno bianco per raggiungere il Santuario di Loreto, dove sperano di ricevere un miracolo.
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De Sica trova il modo di aiutare le persone bisognose a non essere trasferite a Venezia, aiutandole allo stesso tempo a garantirsi qualcosa da mangiare ogni giorno. Con la polizia fascista sempre alle calcagna e l'obbligo del coprifuoco, per la troupe cinematografica non è facile portare avanti le riprese del film.
Difficoltà: Intermedio
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Le ultime scene del film La porta del Cielo vengono girate all'interno della Basilica di San Paolo fuori le mura. Proprio lì fu girata l’ambientazione della chiesa di Loreto. Ma trattandosi di una chiesa, la troupe cinematografica era costretta a seguire delle regole severissime e i frati avevano il compito di sorvegliare le riprese, ma spesso, poi, veniva scambiati per comparse.
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Durante le riprese de La porta del cielo, De Sica dovette affrontare dei momenti pericolosi con le truppe tedesche e riuscì a salvarsi grazie alla sua astuzia. La troupe continuava a stare al riparo nella Basilica, ma il loro comportamento era tutt'altro che consono ad un luogo sacro.
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Il 23 marzo 1944 i Gruppi di Azione Patriottica attaccano una compagnia di Polizei SS in Via Rasella a Roma. Per rappresaglia, il giorno successivo, un plotone tedesco giustizierà 335 italiani alle Fosse Ardeatine. Gli attori che stavano recitando al teatro Quattro Fontane assistono a tutto ciò, ma trovano il modo di salvarsi. De Sica viene successivamente portato da un generale fascista che chiede spiegazioni sulle tempistiche del suo film e sui componenti della sua troupe.
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Il generale consegna una lettera del ministro Goebbels indirizzata proprio a De Sica, in cui il ministro in persona gli chiede di trasferirsi a Venezia per partecipare alla rinascita del cinema italiano e fascista. De Sica resta dapprima spiazzato da questa richiesta, ma poi usa il pretesto della cinematografia vaticana che lo costringe a restare a Roma, proprio per volere di Sua Eminenza, monsignor Montini.
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Il 4 e il 5 giugno 1944 le truppe americane riuscirono a superare le ultime linee difensive dell'esercito tedesco ed entrarono a Roma senza incontrare resistenza, ricevendo l'entusiastica accoglienza della popolazione romana. Vittorio De Sica riuscì così a portare a termine il suo film, La porta del cielo. In sottofondo, ascolterete una delle canzoni italiane più note e più cantate (cantata anche da Vittorio De Sica), Parlami d'amore Mariù.
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Pupia.Tv – Vibo Valentia – Evacuazione di massa quella in atto a Maierato, paese di 2300 abitanti in provincia di Vibo Valentia, dove lunedì 15 Febbraio 2010 un intero costone della montagna a ridosso del centro è franato mettendo in pericolo le case.
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Giuliano Montaldo racconta la sua esperienza di attore a Genova e il suo esordio come regista accanto a Carlo Lizzani.
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Giuliano racconta cosa ha provato quando ha visto per la prima volta l'immagine di Vera. Giuliano e Vera raccontano come hanno vissuto il primissimo periodo del loro rapporto.
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Vera parla dei suoi genitori. Ci racconta di quando si sono incontrati, del loro lavoro e di quando si sono innamorati e poi sposati.
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La figlia di Vera era una ragazzina quando Giuliano iniziò a corteggiare sua madre, ma allo stesso tempo si interessava molto anche a lei e i due infatti passavano ore a chiacchierare. Giuliano racconta alcuni episodi vissuti negli anni della Seconda Guerra Mondiale: la sua casa in macerie e la battaglia di Montecassino.
Difficoltà: Intermedio
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Giuliano Montaldo inizia la sua carriera cinematografica con Gillo Pontecorvo collaborando a "La lunga strada azzurra", "Kapò" e "La battaglia di Algeri". Giuliano racconta poi di quando gli proposero la regia di un western e dell'immagine perentoria di Vera che affermò di lasciarlo qualora avesse accettato.
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