Difficoltà: Intermedio
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La Resurrezione di Piero della Francesca, simbolo civico di Borgo Sansepolcro, è stata realizzata con una tecnica mista: in parte Piero usò la tecnica dell’affresco, ma ampie zone sono state realizzate invece con tempera grassa. Tuttavia, i restauratori hanno dovuto fare i conti con i danni causati da un vecchio trattamento che ha ripulito l'opera con acqua maestra, una sostanza molto aggressiva.
Difficoltà: Intermedio
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Per uno storico dell'arte che si approccia a restaurare un'opera come la Resurrezione di Piero della Francesca, è sicuramente interessante capire quale fosse il risultato finale che l'autore aspirava ad ottenere. Tuttavia, nel caso di quest'opera, tutta la parte iniziale della progettazione dell'artista è andata persa.
Difficoltà: Intermedio
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Dopo tre fasi di pulitura, sul dipinto sono apparsi dei particolari che i restauratori hanno riportato alla luce. Una particolarità della Resurrezione è il fatto di aver trovato, sotto l'opera stessa, alcune lettere dell’alfabeto. Si tratterebbe di una citazione di un passo della raccolta di lettere indirizzate da Seneca a Lucillo, le Epistulae morales ad Lucilium. La frase completa, diventata un popolare motto nel Quattrocento, è "omne humanum genus morte damnatum est", ovvero "tutto il genere umano è condannato a morire".
Difficoltà: Intermedio
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Nell’ambito del restauro di una superficie pittorica, il ritocco è l’intervento teso a integrare le lacune pittoriche, nel rispetto totale dell'opera stessa, in modo da avere le maggiori garanzie di reversibilità dell’operazione.
Difficoltà: Intermedio
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Tomaso Montanari, uno storico dell'arte, accademico e saggista italiano, commenta la Resurrezione di Piero della Francesca, illustrandone gli aspetti più interessanti e i riferimenti letterali e biblici che riguardano l'opera stessa.
Difficoltà: Intermedio
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Le domande che uno storico dell'arte si pone quando si accinge a studiare un'opera sono dove, come e perché nasce esattamente quell'opera. Nel caso della Resurrezione di Piero della Francesca, un'archivista e ricercatrice ha trovato le risposte a queste domande.
Difficoltà: Intermedio
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In seguito alla campagna di ricerca storica e di restauro, si è scoperto che la Resurrezione non è stata dipinta sulla parete su cui adesso la vediamo, ma fu trasportata da un'altra sede. Probabilmente si tratta della facciata esterna del palazzo, sotto l'arengario di Borgo Sansepolcro.
Difficoltà: Intermedio
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Il Museo Civico cominciò ad assumere pressoché la struttura attuale intorno al 1456 quando in particolare fu ridefinita la sala dei Conservatori, dove si trova la Resurrezione di Piero della Francesca.
Difficoltà: Intermedio
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La storia dell'arte di Piero della Francesca è intimamente connessa
con la storia della libertà di Borgo Sansepolcro. Ci sono una serie di motivi per cui la Resurrezione sia stata portata nel posto in cui si trova oggi, motivi legati alla storia del borgo.
Difficoltà: Avanzato/Intermedio
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Se le opere di Piero della Francesca sono rimaste indenni nonostante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, lo si deve a storici dell'arte e restauratori come Ugo Procacci.
Difficoltà: Intermedio
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Un nuovo capitolo sulla scoperta e la ricerca dell'arte legata al sapore.
Difficoltà: Intermedio
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Il cibo come opera d'arte. Cosa c'è dietro alla composizione di un piatto? Lo scoprirai guardando questo interessante video.
Difficoltà: Intermedio
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Alcuni artisti, tra cui Gualtiero Marchesi, parlano del passato: carri trainati da cavalli per la consegna dei prodotti, artisti che si scambiano notizie dall'estero prima della diffusione del telefono, trippa a colazione, nature morte che riflettono il cibo del tempo e la sua preparazione. Si parla addirittura del desiderio di mangiare quadri! Buon appetito!
Difficoltà: Intermedio
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Gualtiero Marchesi ci parla dello chef come artista, e di come gli chef possano distinguersi attraverso un proprio stile artistico ben definito. Inoltre parla dell'arte del trancio e di come può essere utilizzata direttamente a tavola.
Difficoltà: Intermedio
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La bellezza è soggettiva? Gualtiero Marchesi non la pensa necessariamente così. Per lui, in certi casi, il bello è bello e basta. E, come si evince dopo aver ascoltato lo chef in più di un'occasione, la cucina è una forma d'arte.
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