Da una conversazione tra il cardinale e il marchese Giustiniani, importante collezionista d'arte d'Europa, apprendiamo della morte di Francesco Cenci. Il marchese Giustiniani apprezza i lavori di Michele, al contrario del maestro Zuccari.

Caravaggio torna nella taverna frequentata da Ranuccio e Fillide. Decide di sfidare Ranuccio per avere Fillide tutta per sé.

È il giorno della sfida al gioco della pallacorda. Chi vincerà tra Caravaggio e Ranuccio?

Dopo aver ultimato il ritratto, Caravaggio e Fillide si concedono un momento di passione.

Durante una cena a casa di Fillide, l'avvocato Strozzi racconta la storia di Beatrice Cenci, arrestata per presunto parricidio. Michele non condivide minimamente la sua versione dei fatti e il modo in cui parla di Beatrice così gli si scaglia contro.

Michele ritorna a Palazzo e ad aspettarlo ci sono il Cardinale e Costanza Colonna. Beatrice Cenci, accusata di parricidio, si difende davanti a Sua Santità.

Nessuno fu in grado di salvare Beatrice Cenci dalle accuse dell'Inquisizione. Prima le torture e poi la terribile esecuzione in una piazza gremita di folla.

L'Inquisizione aveva una funzione repressiva e il suo compito era la difesa dell'integrità della fede. Una delle sue tante vittime fu Giordano Bruno, filosofo, scrittore e frate domenicano italiano vissuto nel XVI secolo. Per le sue teorie, giudicate eretiche dal tribunale dell'Inquisizione dello Stato Pontificio, Bruno fu condannato e bruciato sul rogo a Roma il 17 febbraio 1600.

Fillide non è più disposta a posare per Michele e il cardinale non approva e non condivide lo stile di vita di Michele.

Dopo un severo rimprovero, il Cardinale dà a Caravaggio una notizia sorprendente.

Finalmente i quadri di Caravaggio sono pronti e vengono esposti al pubblico che non può far altro che restare a bocca aperta.

Se qualcuno cerca di screditare il nome di Caravaggio, qualcun altro invece vuole imparare le sue arti e conoscere ogni novità che lo riguarda. Tra una critica e un pettegolezzo, il maestro non manca di far circolare il suo nome.

Michele si precipita a parlare con il notaio per capire come ha fatto ad avere un suo quadro. Qui scopre che in realtà è una copia e la sua reazione lo obbliga ad andarsene. Per strada però troverà il modo di regolare i conti, basta seguire le lezioni.

Dopo quello che è successo con la vecchia guardia, se ne dicono di tutti i colori su Michele. Lui però, noncurante, coltiva contatti con appassionati d'arte e si confida sul tema dell'amore con Costanza.

Una nuova ordinanza stabilisce che le opere pubbliche debbano essere approvate dal cardinale Borghese. Michele è molto arrabbiato e vuole capire quale sia la vera motivazione del rifiuto del suo quadro. Tutto sembra essere contro di lui, non basterà fare una nuova opera.