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Elena va a trovare Giuseppe in ospedale per parlare della sera del ballo e di come suo padre cerchi di venderla al pretendente che pagherà di più. Giuseppe, però, esprime i suoi sentimenti e dichiara che sarebbe pronto a combattere pur di averla.
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Giuseppe ha una forte passione per il suo lavoro e mette i suoi pazienti prima di tutto. In ospedale, riesce a salvare un uomo che non aveva più speranze, ma questo non lo risparmia dalle critiche e dai rimproveri del professor De Lillo. Giorgio, al contrario, si gode la vita e affronta la professione con molto distacco.
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Giuseppe rivede il ragazzino che gli aveva rubato il portafogli fingendo di essersi fatto male. Questa volta è inseguito da un carabiniere, ma Giuseppe riesce a salvarlo e a portarlo con sé al mare e al ristorante.
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La serata che Giorgio aveva pianificato di trascorrere con Cloe non è andata proprio come pensava. In ospedale, nel loro primo giorno, Suor Helga mette al corrente Giuseppe e Giorgio delle rigide regole ospedaliere.
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Giuseppe e Giorgio stanno andando allo spettacolo di una ballerina che Giorgio ha puntato mesi fa e che ha intenzione di conquistare stasera. Per strada, si imbattono in un ragazzino che sta cercando di entrare in una casa per rubare.
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Le brillanti prove scritte di Moscati fanno ben sperare per il suo esame orale ed infatti Moscati, nonostante stia antipatico ad alcuni membri della commissione, supera tutte le prove per accedere all'ospedale di Napoli. Anche il suo amico Piromallo riesce a superare l'esame, ma la sua preparazione è nettamente inferiore a quella di Moscati.
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Giuseppe è sempre più affascinato dalla bella Elena, la quale ha apprezzato le doti di ballerino di Giuseppe. Anche se è ormai sera, Giuseppe sta ancora sui libri in vista della prova d'esame del giorno successivo.
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Giorgio presenta il suo amico Giuseppe a tutta la gente importante di Napoli, tra cui la principessa Elena Cajafa.
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Moscati e Piromallo scappano dall'aula della Facoltà di Medicina e fanno una gara verso una barchetta nel bel mezzo del mare. A palazzo, la principessa Cajafa dovrà prepararsi ad un ballo organizzato da suo padre durante il quale dei pretendenti offriranno dei soldi in cambio della principessa.
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Termina qui il documentario sulla lingua italiana nell'epoca fascista. Resta molto poco dell'esperimento linguistico del regime e, d'altro canto, i dialetti continuano a essere usati nelle famiglie, come anche il "Lei"e alcune parole straniere .
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La guerra è finita e la televisione entra nelle case della gente. I dialetti restano, ma l'italiano, grazie alla televisione, unisce tutta la penisola e insegna agli analfabeti a leggere e a scrivere.
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La Reale Accademia d'Italia viene incaricata di redigere un dizionario della lingua italiana, che include delle citazioni di Mussolini. Terminata la Seconda Guerra Mondiale, il dizionario rimase, come tante altre opere, incompiuto.
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Il Regime comincia a vacillare. L'uso del Lei non viene più seguito così come iniziano le prime forme antifasciste. La guerra è vicina e il fascismo sta per finire.
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Le scuole fasciste insegnano a giocare alla guerra. Si pretende di cambiare una cultura e persino i cognomi. La durezza della repressione non lascia spazio a nulla.
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Una volta i dialetti erano insegnati anche a scuola, per mantenere viva l'entità del popolo. Con il fascismo le cose cambiano e come conseguenza della repressione viene persino imposto un libro unico da usare in tutte le scuole.
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